La friscura. Ci sono parole come questa, nel vocabolario siciliano, che forse mai potranno trovare un corrispondente perfetto in altri dialetti, in altre lingue: sono parole colme infatti non del mero significato né della storia etimologica, ma di tutta una memoria di immagini e gesti che appartengono a un luogo e - come in Sicilia - a una latitudine e a un clima.
Così la friscura è più di un senso refrigerante: è il riparo di un albero all’ora della colazione, uno spicchio d’anguria che ha passato il mattino sotto la sabbia, un limone in cui tuffarsi dopo la corsa, un pugno di gelsi all’ombra del pomeriggio.
Col solstizio d’estate entriamo a piccoli passi in quest’altro tempo: ci lasciamo accecare con la sua luce e l’intensità acre dei suoi profumi, solo per lasciarci consolare dalla sua morbida dolcezza e dal piacere, appunto, di questa sua friscura.
Così col nostro nuovo menu di stagione, in carta da oggi, non faccio che rinnovare quella danza di assonanze che sperimentiamo nel legame con la natura: un continuo gioco di rimandi e sintonie. Il primo caldo ci spinge a cercare anche nel cibo un conforto e un ristoro, con quel benessere che ci danno la freschezza della frutta e della verdura, i profumi dei campi e l’intensità del mare.
Così tra gli antipasti arrivano ad esempio “”Fish & Fruit”, un zuppa di anguria e albicocca con ricci di mare e crostacei, e “La melanzana” con pomodoro, mela verde, ricotta, erbe e cardamomo. Tra i primi restano i miei “Trucioli di pasta”, con la freschezza dei capperi e del limone, ma anche gli “Spaghetti freddi di mare” con gamberi, ricci, ostrica, cicale e caviale, mentre tra i secondi domina li Pesce San Pietro con tenerumi, capperi e limone. E per dolce? Cioccolato, melanzana e ricotta o, ancor meglio, brioche con ananas, yogurt, amarene e mandorla.
Allora, vi aspettiamo per una bella arrifriscata?!
Da Lunedì 11 Novembre ci prendiamo una pausa per riposarci dopo la fine della stagione.
