Ci sono piatti, ormai lo sapete, che mi piace evolvere ogni anno, come ogni anno si evolve il nostro palato, come ogni anno si evolve la relazione che ognuno di noi ha con la natura che lo circonda e con la memoria che la interpreta.
Il mio carciofo è tra questi piatti: da anni lo corteggio nei campi invernali, da anni ne inseguo un’interpretazione sempre più fedele e assoluta.
Dai ricordi di bambino, di quando ci si divertiva a sfogliare carciofi ripieni, come in un gioco tutto contadino di “m’ama non m’ama” – goloso, però, e profumatissimo –, dai riti della brace che in Sicilia appartengono alla campagna, ai dintorni della carbonella, e allo stesso modo alla città, ai profumi della strada, eccone quest’anno una versione ancora nuova.
Ci sono solo carciofo alla brace e baccalà mantecato. Vi aspetto, per condividere i ricordi che il loro intreccio - ne sono sicuro - susciterà anche in voi.