Sono affascinato dall’equilibrio nell’abbondanza, dall’essenza della qualità e dalla ricchezza dell’essenziale. Cucinare è tutto un aggiungere, unire elementi, ingredienti, trasformarli in qualcosa d’altro. Eppure nei miei piatti ricerco il più possibile di giungere all’intensità, al concentrato di un concetto, di un’idea o di una suggestione, senza alcun rumore o dispersione.
Mi piace pensare ai miei piatti come un esempio di schiettezza, trasparenza e semplicità. E per quanto complesse possano essere le direzioni per giungere al centro di un luogo ideale tra ricordo e palato, sono le intenzionalità singole a costituirne una sintesi di completezza.
Tra gli amuse bouche di benvenuto per i miei ospiti, ho scelto di raccontare questa idea con il mio Pane e Olio. Un personale tributo ad un piatto della tradizione contadina che sembra tracciare la storia dell’uomo, al contempo bilanciandosi tra profumi e note aromatiche che appartengono interamente alla natura.
Il pane si riveste di pomodoro e origano in una piccola cialda croccante e sulla sua superficie lascia spazio al gusto del mio Olio Extravergine d’Oliva, incontro tra Nocellara dell’Etna, Verdese e Tonda Iblea, in una veste unica: un’emulsione in forma d’oliva dalla consistenza cremosa e tenera del burro.
Una sintesi che non ha origine dalla sottrazione di parti, bensì dall’unione di esse e dall’esaltazione delle singolarità in una complessità che ha il sapore di casa e genuinità.
