A Londra nascono due Gin firmati Accursio

Ce n’è stato poco, di tempo, a Londra, per distrarsi dal grande cantiere gastronomico di House of Peroni: nella casa dell’ospitalità italiana, tra un aperitivo e una dining experience, questo mese c’è stata ogni giorno una sfida nuova da affrontare creativamente, per regalare agli ospiti un’esperienza singolare, sorprendente, divertente, ma innanzitutto capace di imprimere nella loro memoria un ricordo significativo dell’alta cucina del nostro Paese.

Ma respirando ogni giorno suggestioni internazionali, Londra non poteva che essere una tappa avvincente anche per tessere relazioni, condividere spunti, spremere dalla città qualche buon regalo per la prossima stagione del Ristorante.

Vi racconto un po’ cosa ho messo nella valigia del ritorno?
Due bottiglie di Gin, innanzitutto.
Sì, due gin di Accursio, che vi farò assaggiare prima o dopo cena, ma anche durante… di sicuro dentro qualcuno dei piatti della prossima primavera (avete presente l’Ostrica Tonic?!).
Due blend, che ho studiato grazie a quel genio folle della distilleria che si risponde al nome di Jake Burger, il “patron” dello storico Portobello Gin Institute di Londra. Un uomo che ti apre non solo le porte dello stabilimento, ma anche di un mondo di essenze che ereditano la secolare tradizione della produzione di gin in Gran Bretagna, da bevanda medicinale a imprescindibile ingrediente di ogni cocktail. Jake ti prende per mano e ti racconta le regole d’oro per produrre un gin perfetto, a partire da uno sconfinato spettro vegetale e floreale da cui esplodono altrettanto sconfinate potenzialità aromatiche: ti mette davanti una distesa di boccette in cui affondare il naso e ti dimostra come, in un vero grande gin, gli ingredienti e l’esperienza del distillatore facciano una bella differenza. Poi, ti sfida: qual è il gin che ti somiglia di più, cosa ci metteresti dentro?

Così, dopo molte ore di allenamento per il naso (e non solo), sono nati i gin che il Portobello Gin Institute farà per me: due creature che mi somigliano, sì, perché la selezione l’ho fatta obbedendo solo alla spinta delle sensazioni.
In entrambe, abbiamo messo insieme ben dodici diverse varietà di distillati tra fiori, erbe, spezie, ortaggi e radici.
Il primo è quasi femminile, molto delicato: fresco, floreale, agrumato.
Il secondo, invece, è più profondo e complesso, carico ma morbido: un gin in cui spiccano le note più balsamiche e resinose delle spezie e delle erbe selvatiche.

Ecco cosa intendevo, quando dicevo che la pausa invernale del Ristorante è un tempo proficuo, generoso di stimoli per il futuro. E c’è gin per tutti, non vi preoccupate: presto lo degusteremo assieme!